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giovedì 12 settembre 2013

Questione ITALPREFABBRICATI... la finta.

Il fatto

Lunedì 12 agosto alle 8:30, oltre il mercato cittadino, si è tenuto anche il Consiglio Comunale il cui tema è stata l'annosa questione della concessione del terreno di proprietà della famiglia Petaroli al costruttore D'Eugenio. Tale provvedimento di esproprio è stato contestato in sede amministrativa e la vicenda si è conclusa con la pronuncia da parte del Consiglio di Stato, ultimo grado di giudizio in tale sede, di una sentenza con la quale sospendeva, in sede cautelativa, il provvedimento vista la mancanza del “fine di pubblica utilità” necessario quando si procede all'utilizzo del procedimento espropriativo.

Detta pronuncia ha avuto l'effetto di restituire il possesso alla famiglia Pretaroli con la conseguenza di rendere impossibile il prosieguo del lavoro ad Italprefabbricati e 107 operai hanno perso il lavoro.

Alla luce di ciò l'amministrazione Astolfi ha avuto la brillante idea di emettere un “decreto in sanatoria”, cosi l'hanno chiamato, con il quale, pur partendo da presupposti, contenuti e finalità diverse rispetto all'atto posto in essere ad aprile 2013, secondo quanto affermato dall'assessore Gianmarco Marcone (sic!), ha concesso un nuovo esproprio sullo stesso terreno in favore di Italprefabbricati, aggirando di fatto la statuizione del Consiglio di Stato. Ovviamente, e non sarebbe potuto essere diverso, quello che ha spinto l'amministrazione ha prendere siffatta decisione, da quanto essa stessa dichiarato, è stata la volontà di tutelare gli operai che hanno perso il lavoro.

Ma che questa decisione sia stata presa forzando un po' la mano risulta evidente da alcune considerazioni che di seguito verranno illustrate.

Una forzatura

La prima circostanza che va rilevata è il parere negativo espresso del tecnico del Comune sull'atto che hanno posto in essere, che pur non essendo vincolante, proviene da una persona esperta del settore, un tecnico appunto, il che qualche dubbio sulla bontà del provvedimento la fa sorgere. A tal proposito va rilevato il tentativo, maldestro in vero, da parte del Sindaco di far passare il diniego come un atto dovuto cioè che quel “no” espresso dal tecnico non è stato motivato da alcun che, ma per questioni “legali” non poteva essere un “si” nemmeno se lo avesse voluto. La domanda sorge spontanea... ma se per motivi “legali” la risposta dovuta era “no”... per qualcuno le leggi non hanno valore, c'è qualcuno che vi si possa porre al di sopra??

Seconda circostanza da rilevare, prima della votazione del decreto sanante è stata data lettura di un parere legale chiesto ad un avvocato nel quale si leggeva che, secondo il redattore dello stesso, l'amministrazione pur avendo preso una certa decisione, cioè quella di far rinasce un atto già censurato dalle autorità, sarebbe stata sollevata da una eventuale responsabilità per danni in quanto si trattava di una sentenza semplicemente sospensiva e comunque non avrebbero dovuto preoccuparsi poiché si sarebbe sempre potuto ricorrere alla copertura della polizza assicurativa. Il quesito ci fa sorgere questa situazione è: ma se fossero stati cosi sicuri della legittimità di questo atto come mai hanno voluto tutelarsi chiedendo questo parere legale? Quale era la necessità? Forse quella di far votare i consiglieri, che per la maggior parte si trovano alla loro prima esperienza e quindi nulla hanno a che fare con le situazioni pregresse, a cuor leggero?

Tutto questo interesse per questa azienda da parte del Comune risulta quanto meno insolito anche considerando che in questo momento storico casi di aziende che chiudono nel nostro territorio, con conseguente perdita di posti di lavoro, si possono contare quasi giornalmente eppure non si è visto tutto questo impegno, verrebbe da dire quasi “personale” come in questo caso... viene da pensare che ci siano lavoratori di serie A e di serie B.


L'occhio di riguardo

Che questa azienda, la Italprefabbricati intendo, abbia avuto da tempo immemore un occhio di riguardo lo si è intuito anche nell'ultimo Consiglio Comunale, allorché l'assessore Felicione, su provocazione del Consigliere Barbara Ferretti, ha dichiarato che ai tempi si fece promotore di una petizione per impedire che venisse ampliata la struttura di Italprefabbricati poiché mentre a quest'ultima non era stata chiesta nessuna somma da parte del Comune per “l'ampliamento in deroga”, un'altra azienda “Arancucine”, oggi Miton, aveva dovuto sborsare 350.000 € per lo stesso, o simile, ampliamento.

La lettura della delibera in oggetto non ha affatto fugato i dubbi espressi. Infatti nella convenzione stipulata tra il Comune di Atri e la Italprefabbricati all'art. 2 si legge La società beneficiaria, divenuta proprietaria dell'area in forza del provvedimento di acquisizione, risponderà direttamente nei confronti dei Sigg.ri Pretaroli di eventuali somme che fossero da costoro pretese a qualsiasi titolo in eccedenza rispetto alla stima operata dall'Amministrazione Comunale e accertate in sede giudiziaria. La società beneficiaria si impegna altresì al pagamento di ogni altro onere che il Comune dovesse sostenere per contenziosi e/o spese procedimentali e/o per ogni eventuale richiesta di risarcimento economico anche nei confronti di amministratori e dipendenti comunali derivanti dall'attuazione del presente atto e degli atti amministrativi presupposti e conseguenti”. Una siffatta clausola di “garanzia totale” sarebbe stata necessaria se non si fosse consapevoli di agire ai limiti, se non oltre, della legalità? Anche l'accettazione da parte di Italprefabbricati di una condizione cosi onerosa fa protendere, dal mio punto di vista, all'ipotesi che questa macchinosa procedura sia stata posta in essere dall'amministrazione Astolfi non tanto per la tutela degli operai sottoposti a procedura di licenziamento, come invece sbandierato a destra e a manca, ma piuttosto come “atto dovuto” a D'Eugenio.

Altra stranezza riscontrabile sta nel fatto che mentre la stima effettuata da un tecnico ha stabilito che il risarcimento da corrispondere ai Pretaroli e pari a 1.859.479,27 euro, il Comune ha chiesto ad Italprefabbricati un polizza assicurativa di 2.417.323,05 euro. Come mai, forse sanno già che la stima non è reale posto che è stata fatta da un perito nominato e pagato dal Comune dopo che, stranamente, anche la “Commissione Provinciale Espropri”, organo istituzionalmente incaricato di stimare l'indennità spettante agli espropriati, ha rinunciato all'incarico??

Altra stranezza che ho potuto rilevare è stata la forza con cui il Sindaco ha tenuto a sottolineare che qualora le parti in causa avessero trovato un accordo, sperato anche dall'amministrazione Astolfi, il provvedimento di sanatoria sarebbe caduto immediatamente... non so a voi ma a me sembra un altro indizio che mi porta a pensare che effettivamente il loro si stato un atto dovuto... si ma al signor D'Eugenio!!!



L'opposizione

In questo contesto è anche possibile fare delle riflessioni sull'opposizione consigliare praticamente inesistente. Punto immediatamente il dito sull'infelice scelta, dal mio punto di vista, di abbandonare l'aula al momento della votazione sul decreto sanatorio. Cioè l'opposizione anziché prendere una posizione netta e quindi votare NO, ha preferito non partecipare alla decisione il che, per inciso, non esclude legalmente da una eventuale responsabilità per danni in quanto ci sono alcune sentenze di Cassazione che dicono, appunto, che la responsabilità per gli amministratori può essere esclusa solo in caso di esplicito voto contrario... ma questa è un'altra storia che ci azzecca poco con il contesto in discussione. Il perché di tale presa di posizione, o se preferite di “non presa posizione”(sic!) va ricercato, presumibilmente, nel timore che li si potesse additare come i “cattivi” il che sarebbe stato vero per come è stato impostato il discorso “Italprefabbricati” dall'amministrazione e di cui si è parlato sopra. In poche parole hanno preferito fare come Pilato a suo tempo... se ne sono lavati le mani e dico tutti i Consiglieri di minoranza presenti prima della votazione.

Ma se ciò non bastasse... pensate che i punti all'ordine del giorno del Consiglio erano due. Il primo trattato è stato quello riguardante Italprefabbricati, ed esaurito quest'ultimo con la votazione all'unanimità (guarda un po'), alla quale l'opposizione non ha partecipato, quest'ultima non è nemmeno rientrata al momento di trattare il secondo punto, nel quale si è votata la convenzione tra il Comune di Atri e l'università di Teramo per l'attivazione di un nuovo corso (di giornalismo pare) in Atri, dando la possibilità al Sindaco di sguazzare, facendosi bello, in questa situazione effettivamente spiacevole.

Questa possibilità per il Sindaco, cioè quella di farsi bello agli occhi dei partecipanti al Consiglio, si è ripetuta al momento degli interventi dei vari Consiglieri poiché alcuni di essi, se pur corretti da un punto di vista razionale e sostanziale, sono stati troppo diretti e ciò, inevitabilmente, ha portato a “scoprire il fianco” con il conseguente spostamento dell'attenzione dal tema trattato su altri temi di ordine discorsivo, puntualmente e sapientemente sfruttati dal Sindaco per appollaiarsi sul trespolo e godere delle carenze clamorose espresse da questa minoranza ed ergersi a paladino agli occhi degli operai presenti al Consiglio Comunale.

Fate voi le vostre considerazioni.


Ovviamente queste sono solo congetture non supportate da prove, unica certezza è che il documento approvato in Consiglio ha già subito la sorte che è toccata al decreto partorito ad aprile 2013 cioè la sospensione della sua efficacia, pare anche che ci sia stata una denuncia nei confronti del Comune di Atri che per il momento resta solo una voce e rimaniamo in attesa di conferme.

Se le ipotesi sopra esposte siano o meno fondate saranno il tempo e gli eventi o dircelo, ma la cosa sicura è che siamo dinanzi ad una situazione quanto meno “particolare” e bisogna prenderne atto.

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